sabato 4 settembre 2010

Digrammi, trigrammi, raddoppiamento, dittongo, trittongo e iato

Digramma: cioè l'accostamento di due lettere unite a una vocale, questo insieme ha un suono unico privo di un segno specifico corrispondente.

In italiano esistono sette digrami:

Ci (viene seguito da a, o, u)           camicia, ciocolato, ciuco;
Gi (viene seguito da a, o, u)           giacere, gioco, giudicare;
Ch (viene seguito da e, i)                mascherato, Chianti;
Gh (viene seguito da e, i)                rughe, aghiforme;
Gn (viene seguito da vocale)          Spagna, ingegnere, ogni, ragno, ognuno;
Gl (viene seguito da i)                     figli, tagli, gli;
Sc (viene seguito da e, i)                  scenario, sciare, scemo, sciocco.  


Nota: Ci e Gi vengono momminati digrammi e non trigrammi, dunque la i non serve che a rendere dolce il suono duro di C e G, allora la i non ha più valore che quello di segno grafico.
Non sono digrammi: glicine, glicerina, negligente, geroglifico; in questo caso Gl assume un suono gutturale.


Trigramma: suono prodotto dall'accostamento di tre lettere che fanno un suono unico, in italiano esistono quattro paossibilita del suddetto caso.

Sci (viene seguito da a, o, u)              ascia, asciolvere, asciutto;
Gli (viene seguito da vocale)              foglia, glielo, figlio, Pagliuca;
Chi (viene seguito da vocale)             chiacchierare, picchiare, chiesa, chiostro, chioma, chiudere;  
Ghi (viene seguito da vocale)             ghiacciato, ghiotto, ringhiera.


Nota: proprio quanto detto per i digrammi, nei trigrammi la i non è che un segno grafico.



Raddopiamento: si trova spesso nel italiano, non è però sempre facile pervenire a distinguere il suono raddoppiato di quello semplice, essendo veramente un affare di sbaglio sopratutto nel linguagio scritto (nel parlato può darsi che ci siano delle disiguaglianze influenzate per i diversi dialetti), il significato di una parola poù venire cambiato se raddoppiato o non. Purtruppo non esistono delle regole fisse, ci sono però qualche norma utile.

1. quando si deve raddoppiare?
       - in parola composta si raddoppia la prima consonante della seconda parola, seguita da questi elementi.
           sopra, sovra, contra, così: soprabbevere, sovrabbondante, contrabbasso, cosicché;
           a, da, fra, su: avvolgere, davvero, framettere, suddelegare;
           e, o, ne, ra: ebbene, oppure, nemmeno, semmai, rappresentanza.
        - tutte le consonanti posono venire raddoppiate nel caso in cui siano fra due vocali (fa eccezione la h).
2. quando non si deve raddoppiare?
        - quando ci sono le terminazioni ia, ie, io e ione la g e la z non si raddoppiano.
        - con la terminazione ile la b non si raddoppia.
        - in parola composta formatta coi prefissi di tra, contro, sotto
        - la s impura (cioè seguita da un'altra consonante).


Dittongo, trittongo e iato:

Ecco un link dove si può trovare in maniera sintetica quell'informazione: Dittongo, trittongo e iato


Aspetto che questo vi paia interessante e che andate a cercare ulteriore informazione.


1 commento:

  1. grazie di aiuto prezioso, ai nostri figli non va spiegato a scuola bene, la mamma non italiana fatica enormemente, grazie ancora!

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